L’Alhambra è un magnifico sito storico situato a Granada, in Spagna, che sicuramente stupirà e ispirerà tutti coloro che lo visitano
Composta da una serie di spettacolari moschee, fortificazioni e palazzi, l’Alhambra è un notevole esempio di cultura e architettura moresca e funge da potente promemoria della storia della città.
Scopri l’Alcazaba e la Cuevas
Granada e l’Alhambra, l’Alhambra e l’Alcazaba. Non c’è l’una senza l’altra e tutto parte da quest’ultima “cittadella”, il nucleo più antico dell’intero complesso monumentale.
Siamo di fronte a un palazzo-villaggio al cui interno si svolgeva la vita militaresca. La differenza con un castello è che l’Alcazaba oltre a ricoprire un ruolo di difesa e rifugio conservava i tratti di una città, con la Medina a fare da cuore.
Fu Mohammed I a dotarla delle tre torri principali: la Torre de la Vela -dove sventolano le bandiere di Andalusia, di Granada, di Spagna e d’Europa-, la Torre del Homenaje e la Torre Quebrada. A queste si aggiunsero anche la Torre della Pólvora e la Torre del Cubo.
Di fronte all’Alcazaba, sulla Collina Valparaiso si estende la Cuevas, il quartiere di Sacromonte. Una montagna sacra, definita così perché, i supposti resti del Patrono di Granada, San Cecilio, vennero ritrovati proprio all’interno dei cosiddetti “sette pendii”.
I gitani che vi si stabilirono, e vissero in case rupestri ricavate dalle grotte, diedero vita anche a un Flamenco per metà spagnolo per metà arabo, creando quei locali noti come “tablaos”, taverne in cui il ritmo del Flamenco è audace.
Curiosità su la Torre de la Vela e Giardino di Adarves
La Torre de la Vela è quella che ha assunto il ruolo più importante: vela, ovvero candela, ci lascia desumere la veglia dei soldati a difesa della città. E infatti è l’unica dotata di campana per allertare la popolazione in caso di attacchi nemici. La campana poi è diventata il simbolo della Reconquista spagnola, la si suona ogni 2 gennaio, ed è anche simbolo di felicità coniugale, infatti, le donne in procinto di sposarsi salgono a toccarla come buon auspicio.
Quando l’Alcazaba perse definitivamente ogni ruolo politico-militare, la piattaforma d’artiglieria venne convertita in giardino. Era il 1609 quando i Mori vennero cacciati e nel 1628 il marchese di Mondéjar, Íñigo López de Mendoza, diede avvio alla risistemazione dell’area. Nacquero gli splendidi Jardìn de los Adarves da cui si hanno affacci su un panorama spettacolare.
Un tripudio di rose e gelsomini, di palme e zampilli d’acqua, di magnolie e aranci colorano di leggerezza il giardino.
Esplora i Palazzi Nasridi
I Palazzi Nasridi sono un esempio di architettura che non trova eguali altrove. Gli stucchi soprattutto diventano come merletti e gli azulejos una melodia.
Il punto di richiamo dei Palazzi Nasridi, oggi, e di potere al tempo dei sultani, è rappresentato dalla grandezza dei patii.
Il Patio de Comares è un gioiello unico, con una grande fontana centrale contornata da siepi di mirto. La particolarità della fontana è che non si sente assolutamente lo zampillare dell’acqua.
Mettiti in ascolto e osserva i riflessi delle arcate e della Torre de Comares sulla superficie.
La torre è la più grande e alta de l’Alhambra. All’interno il Salon de Comares, o sala del trono, svela l’origine del nome “comares”, ovvero “vetrate” in arabo, le cosiddette Qamriyya che gli spagnoli tradussero in comares. Una sala di grandissime vetrate, dunque, completamente variopinte, che oggi hanno lasciato il posto a delle nicchie.
La parte più interessante della Sala è il soffitto in legno, composto da circa 8017 pezzi tutti diversi, rappresentante i sette cieli che si devono attraversare prima di arrivare all’ottavo, dove risiede Dio.
Cosa vedere nei Palazzi Nasridi
Nei Palazzi Nasridi non può mancare l’hammam. Questo bagno medievale islamico è l’unico conservato integralmente in Occidente e la nota di stupore la crea il soffitto, trafitto da forellini piccolissimi da cui entrano aghi di luce e con cui -chiudendo e riaprendo i vetrini esterni- si regolava la quantità di vapore nel bagno.
Oltre al Palazzo de Comares si possono visitare anche il Palazzo dei Leoni, la Stanza Dorata e il Cortile della Stanza Dorata, il Mexuar, le gallerie porticate, la Sala del Barca e il Mirador de Daraxa dove rimarrai sorpreso sotto la cupola gigantesca.
Uno sguardo all’interno del Palazzo Carlo V
Di stile rinascimentale, è subito chiaro a occhio nudo che il contrasto con i dirimpettai Palazzi Nasridi e con l’Alhambra tutta, rende il Palazzo Carlo V un pesce fuor d’acqua.
L’impronta manierista dell’architetto Pedro Machuca, con la supervisione di Baldasarre Castiglione, era direzionata a soddisfare le esigenze di un Imperatore romano e non a contestualizzare l’opera. Il risultato è che il Palazzo ha un carattere a sé stante, che per nulla sposa il mood fiabesco e poetico degli altri edifici.
Il Palazzo Carlo V ha una forma quadrata mentre il cortile interno è circolare. Nel mezzo vi era un pozzo che poi con i vari rimaneggiamenti è stato coperto. Intorno ruotano colonne doriche al primo piano e colonne ioniche al secondo, quasi come un carosello. Impegnativo da un punto di vista economico, venne finanziato con le tasse applicate ai musulmani convertitisi al cristianesimo i quali, per mantenere vive le proprie tradizioni, preferirono restare a vivere a Granada.
Il Palazzo è stato ultimato solo nel 1957 con la copertura della galleria superiore. Mentre non ha mai visto la luce, come da progetto, la cupola che doveva chiudere l’edificio.
All’interno delle sale del palazzo sono ospitati sia il Museo de l’Alhambra, con la più grande collezione al mondo di arte Nazarì, che il Museo delle Belle Arti di Granada, con alcune opere di grande pregio.
Qualcosa su Carlo V
Carlo V è stata una figura predominante dell’Impero Romano. L’intricata vicenda che lo portò al trono è una successione di eventi legati alle sorti di sua madre Juana, erede al trono di Isabella di Castiglia, che morì di dolore a seguito dell’avvelenamento di suo marito Felipe. Fu Ferdinando di Aragona, marito di Isabella, a compiere tale omicidio e poi a subentrare come reggente quando la figlia Juana morì.
Carlo quindi ereditò alla morte del nonno, unì i due regni di Castiglia e Aragona, andò alla riconquista di Granada e poi sferrò una lunghissima dominazione spagnola in Europa e in America.
È nel frangente della riconquista di Granada che decise di stabilire la propria corte nei Palazzi Nasridi ma, una volta lì in visita, decise di costruire un palazzo a lui dedicato.
Ma non vi abitò mai e quando morì, il figlio trasferì la corte a Madrid che poi divenne la capitale della Spagna.
Cammina intorno alle piazze e ai giardini di Granada
Il fascino di Granada lo si trova anche nelle strade e nelle piazze adiacenti l’Alhambra. Per esempio la Plaza de los Aljibes, cioè la piazza delle cisterne, poi scomparse sotto la grande spianata, è un punto d’osservazione dei Palazzi Nasridi, della Porta del Vino (il principale accesso alla Medina de l’Alhambra), e del Palazzo Carlo V.
Un’altra piazza interessante è la Plaza de los Campos, nel quartiere Realejo, dove si innalza il Cuarto Real de Santo Domingo, un Bene di Interesse Culturale, e i suoi giardini.
Il Cuarto Real era una proprietà rurale dei Nasridi di cui resta, integrata all’attuale edificio rimaneggiato, l’originale qubba, cioè la sala del ricevimento reale, divenuta prima chiesa del convento cristiano e poi sala espositiva. I giardini nazari, invece, sono scomparsi totalmente sotto quelli attuali.
Per ultimi i Giardini di El Partal, un edificio da cui si gode una bellissima vista del quartiere Sacromonte.
I giardini sono frutto di una adeguata operazione di riqualificazione e riarredo, pertanto, si vedono riunite le forme acquatiche e naturalistiche con i resti archeologici rinvenuti. Un vero capolavoro di stile.
Visita gli incredibili giardini del Generalife
Un giardino d’acqua si allarga all’interno del Palazzo del Generalife, giù lungo il pedio chiamato Cerro del Sol, con una vocazione a diventare “paradiso” in terra.
Muhammed II, che ordinò la sua creazione, apparteneva alla stirpe africana vissuta da sempre privandosi d’acqua. Con il Giardino del Generalife raggiungeva in qualche modo un sogno.
Gli orti e i fiori traboccano a ridosso dei canali e, labirinti di siepi, corrono all’interno dei Giardini Nuovi, ultima aggiunta -in tempi più recenti- dalla famiglia Granada-Venegas.
La mole d’acqua parte dal Patio de la Acequia dove c’è un invaso chiamato Acequia Real, una fontana zampillante che rappresenta il cuore dei giardini. E arriva fino ai Giardini Alti del Generalife scorrendo lungo il passamano della Escalera del Agua, una scalinata esperenziale che trascina, e culla chi sta salendo, attraverso suoni e flusso.
La leggenda del cipresso della Sultana
In un angolo dei giardini si è consumata anche una grande storia d’amore finita poi in tragedia. Nel Patio del Ciprés de la Sultana noterai un tronco secco di un albero, quello era il cipresso sotto cui la sposa del re Boabdil, e il suo amante, un cavaliere degli Abencerrajes, si incontravano di nascosto.
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